Reggimento di SAR – Saluzzo. Fiore all’occhiello dell’Associazione storico culturale La Cerchia è la ricostruzione del Reggimento di fanteria nazionale di Sua Altezza Reale – Saluzzo.
Tale ricostruzione si basa sul Regolamento Militare del 1751 adottato da Carlo Emanuele III di Savoia. Da tale scritto si è risaliti alla fornitura dei materiali ed al corretto cartamodello, nonché l’addestramento da tenersi per preparare correttamente i fucilieri.

Il reggimento trae la sua origine dal Reggimento Lullino, costituito nel Ducato di Savoia nel 1672 durante il regno del duca Carlo Emanuele II di Savoia, dal nome del colonnello marchese Lullino, suo primo comandante. Alla morte di questi, il reggimento (come era consuetudine all’epoca) cambia nome e assume quello di Reggimento Bagnasco (1676-1678), dal nome del nuovo colonnello marchese di Bagnasco. Nel 1678 diventa Reggimento Masino in conseguenza del passaggio del comando del reggimento al colonnello conte di Masino.
Il 27/febbraio/1680 viene denominato Reggimento Saluzzo di S.A.R. e nel 1685 è istituita la compagnia granatieri.
Nella prima metà del XVIII secolo l’Europa fu scossa da un susseguirsi di conflitti ed il reggimento prese parte alle battaglie della guerra della Lega di Augusta (1690-97) combattendo nella sfortunata battaglia di Staffarda, il 16 agosto 1690, dove l’esercito ducale di Vittorio Amedeo II fu sconfitto dai francesi del Catinat. Nel 1691 prende parte alla difesa di Cuneo.
Nel 1693 è coinvolto all’assedio di Santa Brigida e Pinerolo. Il 4 ottobre partecipa alla battaglia cosiddetta della Marsaglia. Nel 1695 si trova all’assedio di Casale.
Nel periodo fra il 1701-1713 il reggimento partecipa alle campagne d’armi della guerra di successione spagnola; inizialmente come alleati con i francesi (1702 il reggimento è a Luzzara) ma in seguito contro di questi poiché il Piemonte si alleò con Leopoldo I di Asburgo sottoscrivendo il trattato di Torino (1703). Il reggimento dall’ottobre 1704 all’aprile 1705 è in difesa della fortezza di Verrua Savoia (lungamente assediata). Nel maggio 1706 partecipò alla battaglia di Torino contro i soldati franco-spagnoli, sotto il comando del Duca Vittorio Amedeo II di Savoia. Nel 1713, Vittorio Amedeo II (divenuto Re) venne seguito dal reggimento nel suo viaggio in Sicilia, ove prese possesso dei nuovi territori. Nel 1720 il re Vittorio Amedeo II, con il trattato dell’Aia (20 febbraio 1720) ottenne l’isola di Sardegna con il titolo di Re di Sardegna in cambio della Sicilia ed il reggimento al completo tornò ad avere sede in Piemonte.
Nel 1733-1735 il reggimento partecipò alle campagne d’armi della guerra di successione polacca al fianco dei francesi a cui il Regno di Sardegna si era alleato contro l’Austria. Il reggimento combatte nel 1734 all’assedio di Tortona, alla battaglia di Parma e il 19 settembre 1734 nella battaglia di Guastalla.
Nel 1742-1748 partecipa alle campagne d’armi della guerra di successione austriaca. Nel 1743 il reggimento è a Casteldelfino, poi nel 1744 a Pietralunga e il 30 di settembre si distinse nella battaglia di Madonna dell’Olmo.
Il 9/dicembre/1798 con l’ultimo colonnello Policarpo Cacherano d’Osasco, il reggimento è sciolto dal giuramento di fedeltà al Re di Sardegna.
Presentazione del Reggimento
Il reggimento Saluzzo di SAR rievocato dall’Associazione storico culturale La Cerchia si rifà al Regolamento Militare del 1751 adottato dai Savoia. Nucleo principale di tale reggimento sono i fucilieri, dotati di moschetto francese 1728, versione modificata nel 1746. L’Associazione La Cerchia ha fatto riprodurre tali moschetti in diversi esemplari tramite l’intervento dell’armiere BCM Europearms di Roletto TO e successiva bancatura al Banco Prova Nazionale di Brescia.

Il Reggimento Saluzzo anni 1750-1753 era formato da:
colonnello Vincenzo Alessandro Ferrero marchese di Ormea
– aiutante maggiore
– quartier mastro
– cappellano
– tamburo maggiore
– tre falegnami
– armaiolo
– prevosto
Il reggimento è costituito da due battaglioni di sedici + quattro compagnie, ogni compagnia è di circa quaranta uomini e comprende: – capitano – luogotenente – alfiere – tre sergenti – tre o quattro caporali – uno o due tamburi – uno o due pifferi (alcune compagnie hanno anche uno o due oboi).
Le Uniformi secondo quanto disposto dal Re Carlo Emanuele III e successivi contratti di fornitura dell’anno 1751 prevedevano che i capitani e tutti gli ufficiali devono indossare uniformi semplici, con bottoni, bottoniere, tasche e il resto dell’abbigliamento come i soldati, senza utilizzo né di velluto, né di seta, né bottoni di oreficeria. Il luogotenente ed alfiere indossavano una sciarpa in seta blu con banda d’oro in mezzo.

Dall’ottobre 1751 all’agosto del 1754 fu previsto per i reggimenti di fanteria il giustacorpo blu con il colletto, paramani e mattelotte rossi. Veste e pantaloni rossi. In particolare per il reggimento Saluzzo è stabilito e commissionato: per il sergente: – gallone d’argento intorno ai paramani aperti (più largo sotto le bottoniere dei paramani); – bottoni metallo color argento;
per il caporale: – gallone piccolo di pelo di capra bianco e filo d’argento per la bordura dei paramani (gallone più largo al di sotto delle bottoniere);
per il soldato: – giustacorpo, veste, pantaloni, bottoni identici a quelli del caporale (logicamente con l’esclusione dei galloni ai paramani);

per il tamburo: – giustacorpo di panno rosso con interno e paramani blu; – guarniture sul giustacorpo; – veste e pantaloni blu; bottoni in metallo – bandoliera con gallone d’argento per il tamburo maggiore; – portacassa del tamburo ordinario: panno rosso con fodera blu e ricamo a biscia nel mezzo e bordatura di filo bianco (con ricamo a catenella).
per il piffero: veste, pantaloni e bottoni come il tamburo; – giustacorpo di panno rosso guarnito con alamari dal taglio a fiamma di panno blu (con filo bianco ricamato a catenella).
Armi ed equipaggiamento: secondo le determinazioni regie del luglio 1751, i soldati vengono dotati di due tipi di bandoliera con gipsiere, uno per i granatieri e l’altro per i caporali e gli ordinari;

portapistola in cuoio da portarsi in bandoliera per i falegnami e gli armaioli e una piccola gipsiere portacolpi;
sabri ai sergenti, caporali, tamburi, granatieri, falegnami, armaioli;
spada con impugnatura in argento per gli ufficiali dello Stato maggiore;
spada per gli ufficiali subalterni;
alabarda per i sergenti in legno di frassino lunga circa m. 2 e di kg. 1,5;
spontone per gli ufficiali dello Stato maggiore e gli ufficiali subalterni.
