La compagnia di picchieri vuole fare riferimento a uomini e donne del primo trentennio del 1600, reclutati nelle valli alpine di lingua occitana e dalla pianura piemontese, al servizio del colonnello Camillo Taffini, conte di Acceglio (CN) valoroso ufficiale al servizio del Duca di Savoia, Carlo Emanuele I.

La compagnia è costituita da un Abbà (comandante), un cavaliere (vicecomandante), un alfiere (portabandiera), musici, un sergente, un caporale, picchieri (con armi in asta lunghe 4,20 mt), archibugieri (con fucili a miccia), un cerusico, vivandiere, artigiani e popolani.

Nel XV secolo le tattiche di fanteria furono rivoluzionate dall’adozione, da parte delle forze svizzere, della picca. Nel corso delle guerre condotte dagli elvetici contro gli Asburgo per la propria indipendenza, era emersa la scarsa efficacia delle armi in asta più corte (come l’alabarda) nel respingere la cavalleria. Il rimedio adottato fu l’introduzione della picca come arma principale della fanteria, utilizzata prima in maniera difensiva nella classica formazione a falange, poi (in seguito all’adozione di tattiche migliori) anche in funzione offensiva. A questo scopo l’arma veniva tenuta orizzontalmente a livello del petto, impugnandola a metà della propria lunghezza. La principale novità consistette nell’introduzione, a supporto delle picche, di formazioni dotate di archibugi, poste ai fianchi, con il compito di coprire le formazioni principali di picchieri e supportarle con un tiro di disturbo.

La crescente popolarità degli svizzeri e del loro stile di combattimento, portarono ad una massiccia richiesta da parte delle potenze europee di mercenari, con il risultato che le tecniche svizzere si diffusero presto in tutta Europa. Inoltre, come tentativo di creare un’alternativa alle forze svizzere, si formarono nell’Impero corpi di lanzichenecchi, che utilizzavano tattiche analoghe a quelle svizzere e che ben presto fecero la differenza sui campi di battaglia. 
Dalla metà del XVI secolo alla metà del XVII secolo ebbe vita il periodo che viene definito come “Picca e Moschetto”, il cui nome deriva dalle tattiche impiegate sul campi di battaglia.

L’importante sviluppo delle armi da fuoco portò all’adozione di formazioni miste, formate da picchieri (con il compito di respingere la cavalleria e tenere a distanza il nemico) e da moschettieri (incaricati di fornire il massimo volume di fuoco). La tipica formazione impiegata fu il“tercio” di origine spagnola, costituita da un blocco di picchieri circondato da moschettieri. Questa formazione, più piccola delle grosse colonne o falangi degli svizzeri e dei lanzichenecchi, si rivelò più flessibile e condizionò le tattiche dei principali eserciti dell’epoca. Nonostante l’uso della picca fosse in declino già a partire dalla guerra dei Trent’anni, il fattore che ne causò  il definitivo abbandono fu l’adozione della baionetta alla metà del XVII secolo. Con la baionetta, infatti, veniva data al moschettiere la possibilità di difendersi senza necessità di truppe di supporto dotate di armi bianche.