La Cerchia rievoca un plotone del Reggimento di fanteria d’ordinanza nazionale Saluzzo formato da fucilieri equipaggiati con moschetti ad avancarica funzionanti e regolarmente immatricolati (modello del 1728), musici con tamburi, alfiere, ufficiali, sottufficiali e vivandiere. Le repliche di armi utilizzate con innesco a pietra focaia, prevedono il possesso di regolare porto d’armi per coloro che le utilizzano ed usano la polvere da sparo.

E’ necessario sostenere un addestramento (alcune facili lezioni) in cui sono spiegate le manovre da ripetere sui campi di battaglia. Le posizioni da tenere, il caricamento, l’utilizzo della baionetta a ghiera sono descritti nel regolamento emanato da Carlo Emanuele III alle proprie truppe nel 1751 e a tale documento si riferiscono i sottoufficiali istruttori. Gli ordini sono impartiti dal sergente, cadenzati dal ritmo dei tamburi ed eseguiti sotto il vigile controllo del caporale. Oltre ai fucilieri, fanno parte del plotone i musici, che con il ritmo dei loro tamburi mantengono il passo di marcia e scandiscono i tempi in cui eseguire le manovre militari.

E’ presente anche un gruppo comando formato da un capitano, un luogotenente (armati di spade con lama triangolare e pistole con innesco a pietra focaia) ed un alfiere il cui compito è di portare la bandiera del Reggimento. Tale bandiera è stata confezionata dal valido sarto storico Sig. Davide Grassi ed è formata da diverse parti cucite rigorosamente a mano fra loro con il punto doppio. L’attività ha richiesto molti mesi di lavoro. In alto a sinistra è riportato lo stemma della città di Saluzzo, luogo di origine del Reggimento cui appartiene il plotone. Il simbolo riportato sulla bandiera e sui tamburi è quello in voga nel 1750 ed è diverso da quello attualmente vigente.
Il campo storico d’epoca è formato dalla grande tenda comando, tende per la truppa, velario di oltre otto metri, panche, tavoli, rastrelliere per i moschetti e tutto ciò che caratterizza un campo storico militare del 1700. In tale contesto sono eseguiti gli addestramenti dei soldati per perfezionare l’uso dei fucili e delle tecniche di copro a copro, mediante l’utilizzo della baionetta.
Si noti che in tale periodo, causa l’imprecisione dei fucili utilizzati, i quali erano dotati di sole canne lisce senza le moderne zigrinature che riescono a mantenere lineare la traiettoria del proiettile, era necessario sparare il più possibile serrati a file, dette ranghi. Questi erano ripetuti a brevissima distanza, in modo tale da tenere molto uniti i fucilieri. Si preferiva sparare tutti insieme, dando origine ad un’unica salva. L’effetto di centinaia di proiettili che arrivavano contemporaneamente a segno creava grandi varchi fra le fila avversarie. Chi cadeva era sostituito dal fuciliere del rango immediatamente posteriore, in modo tale da tenere le prime file sempre complete nei loro componenti. Il primo colpo sparato era sempre il più preciso, poiché si caricava l’arma fuori dalla gittata utile per colpire.

Dal secondo colpo in avanti, si caricava sotto il fuoco nemico, consci di essere un bersaglio. La cadenza di tiro era di circa due o tre colpi per minuto, con una gittata teorica di duecento metri. La ferrea disciplina e la presenza di rigidi sottoufficiali permettevano di sostenere il combattimento. Fra una salva e l’altra ci si avvicinava al nemico per poter poi ingaggiarlo corpo a copro, utilizzando la baionetta. Era questa simile ad un lungo coltello e veniva applicata alla sommità della canna del fucile, trasformandolo in un’arma da taglio. Anche la lama della baionetta, come quella delle spade era triangolare.

Una ferita inferta da una lama triangolare lacerava la carne in tre lembi, rendendo impossibile la sua cucitura. Si colpiva e si passava avanti, concentrandosi sul prossimo bersaglio, piuttosto che continuare a colpire lo stesso avversario. Lo scopo era mettere fuori combattimento il maggior numero di nemici. Essere feriti in battaglia corrispondeva nella maggior parte dei casi, a morte certa per dissanguamento od infezione. Ai cerusici dell’epoca poco restava da fare se non amputare arti feriti o in cancrena e cauterizzare le ferite anche con l’utilizzo di ferri roventi.
Tutti i componenti della Cerchia, soldati e vivandiere, propongono spettacoli di danze tradizionali. Tali balli possono essere eseguiti dai soli rievocatori (come intrattenimento coreografico) o coinvolgendo attivamente il pubblico.
Vengono proposte scene con vita di campo, manovre militari, visite didattiche per il pubblico e addestramenti per bambini.
